Solitamente, quando si scopre di essere in dolce attesa, si raggiunge uno stato di grazia ed eccitazione, come se si toccasse il Cielo con un dito.
Al contempo, però, si avvicendano in noi pensieri che possono offuscare questo momento di gioia. “E adesso come farò con il lavoro? Come farò a comunicarlo al mio Capo? Come la prenderanno? E cosa succederà al mio contratto di lavoro?”
E se anche avevamo tanto desiderato il momento in cui sarebbe arrivata la cicogna, la realtà ci riporta con I piedi per terra. Paure ed ansie possono avvicendarsi in noi per un futuro che sappiamo ci cambierà la vita per sempre.
Ma talvolta l’entusiasmo è tale che vorremmo gridare al mondo intero che siamo in dolce attesa. Vorremmo farlo sapere sia agli amici che ai conoscenti e, magari, anche ai colleghi di lavoro.
Così almeno ho fatto io durante la prima gravidanza. Solo successivamente ho compreso l’importanza di frenare questo impulso. E’ opportuno attendere un po’ prima di comunicare a tutti una notizia così intima ed importante.
E sul lavoro come comportarsi?
1. In caso di rischi per la salute del feto.
Se si svolge un lavoro che può comportare dei rischi per la salute del feto dobbiamo informare il prima possibile il datore di lavoro. Potremo così essere spostate ad altra mansione o accedere all’aspettativa anticipata.
2. In caso si svolga un lavoro d’ufficio
Se però si svolge un lavoro d’ufficio si può aspettare almeno il terzo mese prima di comunicarlo. In questo modo avremo superato il primo trimestre che è il periodo più critico della gravidanza.
Avremo così avuto il tempo di metabolizzare, prima di tutto, noi stesse, questa grande novità. Inoltre questo lasso di tempo ci sarà servito per ritrovare il nostro equilibrio, dopo la sorpresa inziale.
3. In caso di gravidanza a rischio
Ci sono poi casi in cui il ginecologo prescrive quasi da subito l’astensione dal lavoro (gravidanza a rischio). In questa situazione sarà necessario informare immediatamente il datore di lavoro. Dopo di chè si procederà con le pratiche burocratiche per entrare in aspettativa anticipate. Queste andranno comunque espletate in tempi brevissimi. Possibilmente il giorno stesso o quello dopo la data del certificato rilasciato dal nostro ginecologo.
Per Approfondimenti: INPS
Il momento migliore per comunicare la gravidanza
Se però tutto procede bene fin da subito sarà possibile, come detto in precedenza, aspettare almeno il terzo mese. Questo consentirà di creare uno spazio temporale ed anche emozionale tra la grande scoperta ed il momento in cui informeremo il nostro datore di lavoro.
La reazione del Capo alla notizia della gravidanza
Solitamente la notizia della maternità viene accolta con un sorriso e qualche frase di circostanza da parte del proprio Capo. Subito a seguire, magari, ci sentiremo chiedere: “quando nascerà? Quando intendi fermarti? E per quanto tempo intendi assentarti dal lavoro?”.
Se alla prima domanda è abbastanza facile rispondere avendo la data presunta del parto, per le altre è sicuramente difficile. Le altre risposte infatti dipenderanno da un fattore imprescindibile: la salute nostra e del bambino che portiamo in grembo.
Come Comunicare al Datore di Lavoro che siamo in dolce attesa?
Partendo dal presupposto che la legislazione italiana tutela la maternità, non dovremmo temere alcuna sorta di ripercussione.
1. Dare visibilità al datore di lavoro
Forti abbastanza di quanto sopra possiamo permetterci di comunicare, con una certa serenità, il nostro stato. Potremmo anche prospettare eventuali tempistiche, auspicando, ovviamente, che tutto proceda per il meglio.
Daremo così una certa visibilità al nostro datore di lavoro. Questa comunicazione gli consentirà di organizzarsi con una sostituzione di maternità o una redistribuzione interna dei carichi di lavoro.
2. Comunicare come ci sentiamo
Spesso poi, se continueremo a lavorare fino al settimo o addirittura all’ottavo mese, capiterà che il nostro Capo ci possa trattare come se nulla fosse cambiato. Ci potrebbero venir richieste le stesse energie e lo stesso impegno che mettevano prima della gravidanza.
In alcuni casi può darsi che continuare così non ci pesi. In altri, invece, potremo renderci conto fin da subito che la stanchezza, le nausee, le cefalee ed il senso di spossatezza generale ci ostacolano nel riuscire a lavorare con la stessa concentrazione di prima.
In questo caso sarà opportuno informare il nostro Superiore di come ci sentiamo. L’obiettivo sarà quello di cercare, se possibile, un accordo sul trovare modalità di lavoro meno stressanti.
3. Dare la propria disponibilità in caso di astensione anticipata
Nel caso poi si verifichi l’esigenza di doversi assentare prima del congedo obbligatorio (1 o 2 mesi precedenti la data del parto), consiglierei di dimostrare al datore di lavoro la nostra buona volontà, dando la disponibilità telefonica di supportare i colleghi o chi ci sostituirà nel nostro ruolo.
Questo a noi consentirà di distaccarci dalla nostra routine lavorativa in modo meno traumatico. Allo stesso tempo aiuterà il nostro datore di lavoro nel riorganizzare il nostro lavoro.
E voi che tipo di esperienze avete avuto nel momento in cui avete dovuto comunicare al vostro Capo che eravate in dolce attesa?